Che questo campionato sarebbe stato anomalo, era chiaro sin dalle battute iniziali. Ma l’Acqua & Sapone Roma Volley Club non ha mai smesso di allenarsi e proprio in questi giorni è in palestra per preparare il recupero contro Pinerolo in programma per domenica 14 febbraio. Nell’attesa di tornare in campo, abbiamo intervistato il coach romano Luca Cristofani per fare un bilancio di questa fase iniziale di regular season e parlare degli impegni imminenti che vedranno le Wolves protagoniste assolute di un vero tour de force.
A che punto è la “squadra di Roma” e quanto ancora può essere fatto per raggiungere il massimo livello secondo te esprimibile?
“Questo campionato non è facile da interpretare perché è fatto di tante pause, perlopiù impreviste. Perciò chi deve fare un campionato di mantenimento è facilitato, mentre per chi deve farne uno di vertice risulta tutt’altro che semplice, perché basta sbagliare qualcosa o essere sfortunati come nel caso del contagio di ottobre ed è un attimo che il punteggio torna a bloccarsi. Poi c’è ancora un inserimento in corso, quello di Clara Decortes che ha giocato troppo poco per poter dire ‘ok, questo giocatore è entrato nel sistema’. Lei si sta comportando benissimo e lo abbiamo visto anche in campo però resta il fatto che ha bisogno di più prove per arrivare a quella amalgama che c’era prima.”
“Dobbiamo trovare ancora certi meccanismi e in questa prospettiva ci sono dei margini di crescita, incluso il recupero di una condizione fisica che raramente ha vissuto momenti di ‘massimo splendore’, soprattutto nel periodo post covid. Il percorso mancante, con i playoff, potrebbe protrarsi fino a maggio per cui sarà fondamentale trovare una condizione fisica ottimale e non solo quella dei sistemi di gioco. Per quello che sarà forse il campionato più lungo della storia della pallavolo, è fondamente gestire bene le risorse umane e arrivare con una buona condizione fisica e mentale. È tutto un compromesso complicato da gestire, più degli altri anni.”
C’è una partita in cui hai particolarmente apprezzato la prestazione della squadra e in cui questo “livello massimo” è stato espresso in campo?
“Non proprio. Ci sono stati momenti in cui si è visto un livello di gioco che mi ha fatto pensare ‘se giochiamo così, siamo di fascia assoluta’. Gli stessi momenti in cui mi sono accorto che abbiamo qualcosina in più. Però mai è successo in un’intera partita di vedere la squadra esprimersi al massimo livello dall’inizio alla fine. Complici anche tutti quei problemi di cui parlavamo prima che hanno sempre intaccato la stabilità del gioco, ancor più dei risultati“.
La concentrazione è tutta sulla gara contro Pinerolo o si guarda anche alla fase successiva?
“Io vedo la partita contro Pinerolo come il proseguimento di un campionato che non ha una prima e una seconda fase. È un campionato che ha solo una pausa: portandoti dietro tutti i punti, è come se fosse un percorso unico. Io dico sempre alle ragazze che a noi mancano 33 punti da giocare fino alla fine della pool promozione. Punti in cui dobbiamo cercare di realizzare il massimo che possiamo.”
Pool promozione e Coppia Italia. Come si può dare il massimo – a livello fisico e mentale – nella preparazione di due impegni così diversi fra loro?
“La fortuna vuole che le risorse che ogni atleta trova nelle proprie motivazioni siano tantissime. Quando sei motivavo a fare qualcosa, anche la più grande delle stanchezze svanisce. Non temo quindi l’accavallarsi di questi due appuntamenti. Piuttosto, in termini assoluti, la stanchezza può portare a un infortunio, ad avere altri tipi di problematiche. Ma ripeto, quando vai ad affrontare una partita che conta le motivazioni ti fanno superare qualsiasi tipo di ostacolo.”
Quanto la sintonia fra i membri di una gruppo è fondamentale per il raggiungimento di un obiettivo?
“Ci sono diversi modi di interpretare il termine “alchimia”, uno dei più antichi trova origine nei termini “Al” e “Chimica”, la Chimica di Allah. Questo per dire che nessuno può sapere perché si crea. Dietro i successi e le sconfitte c’è una squadra che vive insieme da luglio le dinamiche di una famiglia, dalle problematiche alle situazioni di contrasto fino ai momenti più felici. Quello che conta è che, nel momento in cui si scende in campo, tutto quello che può negativizzare la prestazione passa in secondo piano, mettendo davanti solo il risultato. L’obiettivo comune, quindi, davanti a tutte le insicurezze e incertezze. Tutto quello che succede fuori e dentro il campo fa parte della crescita del gruppo e sarebbe sbagliato pensare che fila sempre tutto liscio perché non è così qui né da nessuna altra parte. L’importante è dare il massimo per noi stessi, per gli obiettivi comuni e per la società. Non c’è una ricetta speciale, la vera forza è che tutti quanti vogliano ottenere la stessa cosa.“
Un movimento, quello del volley, che è sempre più sotto i riflettori. Come la “squadra di Roma” sta vivendo questa nuova visibilità?
“Da romano ho la consapevolezza che quello che stiamo facendo e vivendo è un momento magico: Roma è da tanti anni che ha questo sogno nel cassetto, poter conquistare e confermare un posto nella pallavolo di alto livello. E oggi, quel sogno a volte sembra concretizzarsi. Con l’Acqua & Sapone Roma Volley Club c’è una società dietro che vuole fare il salto, mentre altre volte, nelle esperienze passate in altre società del territorio, c’era un gruppo di persone che sognavano questa cosa, senza però avere i presupposti (logistici, economici) e la convinzione adeguata per fare veramente il passo decisivo.”
“So bene, da romano, cosa significa ritrovare il grande volley e cosa potrebbe significare ospitare a Roma squadre di massima serie come Conegliano, Scandicci, Novara. Tutto questo sposterebbe di molto l’attenzione mediatica soprattutto perché qui nella capitale sono folte le fila di appassionati ed esperti di volley che farebbero di tutto per assistere a una pallavolo di quel livello. Nel caso in cui tutto questo fosse realtà, spero soprattutto di rivedere il grande pubblico riempire gli spalti di un impianto tutto nuovo”.
“Per questo penso che la partita contro Busto Arsizio trasmessa su Rai Sport e seguita da oltre 100.000 spettatori sia stata solo un ‘assaggio’ di quello che può succedere se Roma andasse in A1. Perché Roma è Roma, sia perché è la capitale sia perchè ha tantissimi tesserati e società come il Volleyrò che da anni porta il nome della città ai massimi livelli giovanili. Ora manca Roma ai massimi livelli senior: sappiamo quanto è bello quello che possiamo fare. Al momento, siamo ancora al giro di boa. Solo ora capiamo a fondo quel che ci aspetta, ma siamo pronti.”